Oggi utilizziamo il mezzo pubblico per un fine privato.
Un po’ perchè non abbiamo molto tempo per un post vero, un po’ perchè questo lavoro ci piace, e un po’ perchè per un certo periodo chi vi scrive è stato ossessionato da “Non al denaro non all’amore né al cielo” di Fabrizio De André.
C’era qualcosa di incredibilmente affascinante e allo stesso tempo spaventoso in quelle storie. Ogni canzone era da masticare e digerire piano, accettando la fine mesta di ogni protagonista. E a un certo punto, in ogni canzone saltavano fuori citazioni e riferimenti al mondo del cinema, della TV e dei fumetti. Alle storie di quando eravamo dei nani divorastorie insomma. Per questo, a molte delle canzoni dell’album di Faber ispirato all’Antologia di Spoon River, abbiamo affiancato i personaggi e i mondi che ci riportavano alla memoria.
Questo lavoro non vuole essere una parodia. È invece il frutto del tempo passato ad ascoltare le storie cantate in questo disco. Un tentativo di legare due mondi, l’infanzia e la morte, per rendere meno spaventoso il fatto che un giorno saremo solo un corpo tra i tanti a dar fosforo all’aria